Continuiamo il nostro viaggio immaginario nel Bel Paese, alla scoperta dei borghi più belli d’Italia!
Let’s continue our imaginary journey in Bel Paese, to discover the most beautiful villages in Italy!
Listening n° 169
Buon ascolto!
ÉTROUBLES
A 16 km dal confine con la Svizzera e immerso in un paesaggio idillico, si trova Étroubles, un borgo di poco meno di 500 abitanti che si trova a un’altitudine di 1270 metri sul livello del mare.
A Étroubles si parla un dialetto francoprovenzale chiamato patois valdostano; proprio in questo dialetto valdostano possiamo ritrovare il significato del nome del borgo, rivelato anche nel toponimo latino: sia il latino Stipulis, sia il valdostano Étrobbla fanno riferimento alle stoppe di paglia che rimangono sui campi terminata la raccolta.
Il nome del borgo valdostano ha subito cambiamenti anche in tempi più recenti quando, in epoca fascista, è stato italianizzato in Etroble dal 1939 al 1946.
Grazie alla sua posizione, Étroubles è stato da sempre un importante crocevia: per il borgo sono passati Salassi, Romani, Burgundi, Ostrogoti, Bizantini, Merovingi, Carolingi, Saraceni.
Diventa tappa importante anche per mercanti, pellegrini, santi, papi e vescovi: nel 994, il vescovo Sigerico passa per Étroubles tramite quella che diventerà la via Francigena. La via Francigena, chiamata anche Romea, è costituita da una serie di percorsi che partono dall’Europa occidentale fino ad arrivare in Puglia, da cui partivano le navi verso la meta della Terrasanta.
Étroubles diventa perciò un importante passaggio lungo la via Francigena e, nel 1050, il canonico e arcidiacono San Bernardo fonda un ospizio che, come l’omonimo passo, prenderà il nome dal santo.
Dal borgo passò e pernottò anche Napoleone Bonaparte, prima di dirigersi a Marengo, dove avvenne la famosa battaglia del 1800.
Al giorno d’oggi, Étroubles è considerato un museo a cielo aperto: numerose sono le opere d’arte degli artisti locali disseminate per le vie del borgo.
Dal punto di vista storico, è interessante citare la prima latteria turnaria della Valle D’Aosta, costruita nel 1853 e ora trasformata in un museo; e la prima centralina idroelettrica della Valle del Gran San Bernardo, risalente al 1904.